Il G-test® è un test prenatale non invasivo per lo screening delle anomalie cromosomiche fetali.
Da un prelievo di sangue materno si ottengono importanti informazioni sulla salute del feto, senza compromettere in alcun modo la gravidanza.
Il DNA fetale libero
Materiale biologico utilizzato per il G-test
Durante le prime settimane di gravidanza l’embrione viene nutrito da un gruppo di cellule (trofoblasto) che darà origine alla placenta. Alcune di queste cellule si “romperanno” naturalmente e riverseranno nel circolo sanguigno materno il DNA in esse contenuto, sotto forma di frammenti. Queste porzioni di DNA libero rappresentano il materiale che viene utilizzato per il G-test®.
La tecnologia di sequenziamento
Sequenziamento di nuova generazione (NGS)
Grazie alla tecnologia di sequenziamento di nuova generazione (NGS, Next Generation Sequencing) ed all’impiego di specifici algoritmi di calcolo proprietari è possibile sequenziare i frammenti del DNA presenti nel plasma materno per attribuirne l’appartenenza ad un determinato cromosoma, valutando così aneuploidie e anomalie cromosomiche strutturali.
Il sequenziamento di nuova generazione (NGS) permette di ordinare tutti
i frammenti di DNA libero appartenenti ad un determinato cromosoma e di
confrontarli quantitativamente con quelli normalmente presenti in un individuo
sano per definire il rischio (alto o basso) che il feto possa essere affetto
dalle anomalie cromosomiche oggetto del
G-test®.